Una lettera al mese: poco meno di 6 anni per andare dalla Manciuria a Milano
L'ANTEFATTO La Manciuria meridionale e, più in particolare il porto di Da-Lien (in cinese) che i Russi chiamavano Dalny, venne acquisita dal Giappone a seguito della fortunata guerra Russo-giapponese (1904-1905). Poiché correnti favorevoli ne facevano il porto più settentrionale del mar Cinese sempre sgombro dai ghiacci, la città, ribattezzata Dairen, si sviluppò notevolmente. Fra le industrie principali c’era la Mitsui Bussan Kaisha dedita ai trasporti navali, mittente della raccomandata qui sotto descritta. LA DESCRIZIONE Lunga busta raccomandata spedita da Dairen A affrancata con 3 francobolli da 10 Sen emissione 1937-1940 (uno purtroppo mancante) + 2 da 3 Sen della vecchia serie del 1913 ma con nuova filigrana (emiss. 1937-1939) annullati DAIREN I[mperial]. N[ippon]. P[ost]. O[ffice]. 29.5.1940 diretta a Milano. Una scritta a matita blu indica il percorso via Yokohama; è quindi probabile che la busta sia stata inoltrata verso gli Stati Uniti e da lì in Italia ma……nel frattempo, il 10 giugno 1940, l’Italia entra in guerra contro l’Inghilterra la quale, forte del suo dominio sui mari, fermava tutte le navi dirette a paesi nemici e ne controllava il carico e, se ce n’era, la posta. Il contenuto della busta venne giudicato di interesse bellico, pertanto sulla fascetta di censura fu aggiunta la scritta “Condemned”. La busta fu quindi trattenuta in Gran Bretagna fino a ben oltre la fine della guerra, quando, dopo aver cancellato la scritta ed aver aggiunto “RELEASED” venne inoltrata via Genova (?) (in realtà l’indicazione sul timbro risulta illeggibile) il 29.1.1946 arrivando finalmente a Milano il 30.1.1946. DUE CURIOSITA’ 1. Per evitare che in fase di apertura venissero danneggiati, un’etichetta rosa sulla destra della busta indica il limite di ingombro dei documenti all’interno 2. Il nome Dairen non è altro che la trascrizione fonetica giapponese del cinese Da-Lien. Non c’è quindi da stupirsi se il destinatario italiano “Alimentari S.A.” sia diventato in giapponese “Arimentari”! Descrizione a cura di Paolo Zavattoni