Una lettera al mese: ovvero una affrancatura “estensiva”
Alla fine dell’agosto del 1901 un fornitore milanese di cordami deve inviarne un importante lotto a Messina. All’epoca la via più economica era il trasporto con la ferrovia. Il Nostro arriva alla stazione ferroviaria di Milano verso le 8 della sera. Dopo avere consegnato la balla dei cordami, desidera confermare il fatto alla ditta messinese ricevente. Purtroppo l’ufficio postale è chiuso e l’unica possibilità è di rivolgersi all’edicola dei giornali della stazione. All’epoca la tassa delle lettere e dei biglietti postali era ancora era quella del tariffario del 1890. che prevedeva 20 centesimi per il primo porto, partente franco. L’edicolante ha disponibili solamente i valori bassi da 1 e 2 centesimi di solito utilizzati stampe e cartoline illustrate, di solito richiesti da viaggiatori di passaggio. Pertanto il Nostro deve applicare diversi esemplari di minima tariffa al verso del biglietto postale e quindi applicarli al verso. Questa missiva che accompagna la spedizione viene spedito fermo in posta di modo che sia disponibile al momento del ritiro della spedizione giunta a Messina. Evidentemente l’intero postale viene affidato alla vettura ambulante che annulla biglietto e francobolli con il relativo timbro del 31.08.01 –8S (sera). All’arrivo a Messina viene impresso il timbro 2-9-01 III, cioè arrivo serale. Il ricevente non strappa i lembi ma apre il biglietto attentamente. Descrizione a cura di Edoardo Ohlmeiss