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Approfondimenti

UNA LETTERA AL MESE: IL VERO EQUIPAGGIO DEL “SANTA MARIA”

ImmagineBImmagineA L’ANTEFATTO Girando fra le bancarelle di un convegno filatelico e rovistando fra il materiale esposto, l’attenzione cadde su di una cartolina spedita da Porto Praia il 17 febbraio 1927, indirizzata a Luigi Bogni direttore dell’ufficio postale di Sesto Calende, a firma G. Degli Innocenti. Chi era costui e cosa ci faceva a Porto Praia proprio nei giorni in cui Francesco De Pinedo sostava col suo “Santa Maria” prima di spiccare il volo sull’Oceano Atlantico? La curiosità mi spinse a fare delle ricerche perché i vari cataloghi non parlano di questo personaggio e leggendo le cronache dell’epoca sono riuscito a darmi una risposta. CONTESTO STORICO POSTALE Quando Francesco De Pinedo partì da Sesto Calende l’8 febbraio 1927 con il “Santa Maria” per il raid delle due Americhe, a bordo del Savoia Marchetti S 55 non erano in tre, bensì in quattro. Oltre al comandante Francesco De Pinedo, al meccanico Vitale Zacchetti ed al capitano Carlo Del Prete vi era anche il maresciallo G. Degli Innocenti. Infatti lo stesso De Pinedo racconta: “Decisi di portare con me, oltre l’equipaggio, il maresciallo pilota Degli Innocenti, ottimo marinaio e persona robustissima, il quale aveva il compito speciale di accudire all’apparecchio durante la nostra permanenza nei porti, per darci agio di concederci un po’ di riposo e trovarci in condizioni fisiche più fresche per la traversata atlantica”. Andando poi alle cronache dell’epoca si legge: “Dopo aver ricevuta l’acqua benedetta ed il nome fatidico, il Santa Maria, l’8 febbraio 1927 lascia Sesto Calende e si dirige verso Cagliari, ammarando nell’idroscalo dello stagno di Elmas da cui spiccherà il volo per le Americhe. A bordo del nuovo apparecchio non ritroviamo il nostro vecchio amico Campanelli, al suo posto c’è il meccanico Vitale Zacchetti, milanese. C’è anche un comandante in seconda, che si alternerà al volante con il colonnello De Pinedo, ed è il capitano ingegnere Carlo Del Prete, lucchese. Così nel Santa Maria tutta l’Italia è rappresentata: la settentrionale, la centrale e la meridionale. Ma non vogliamo dimenticare il maresciallo Degli Innocenti che accompagnerà gli amici nelle prime tre tappe”. IL PERCORSO E LE DIFFICOLTA’ DEL VOLO Il ”Santa Maria” partendo da Elmas la mattina del 13 febbraio 1927 alle ore 7,25, dopo quasi otto ore di volo, percorrendo 1.800 Km, ammara a Kenitra. La mattina del 14 febbraio alle ore 7 eccolo di nuovo in volo fino a Villa Cisneros. Alle ore 23 l’apparecchio va ancora verso sud per l’ultima tappa africana: Bolama, per poi con un volo ardito sorpassare l’Oceano. Ma purtroppo le cose non vanno secondo le previsioni. A Bolama non c’è modo di sollevarsi con il carico di bordo, carico del resto necessario per condurre a termine il volo di 3.000 Km. La temperatura afosa prevista a 20/22 gradi è invece di 32 e l’acqua del radiatore nel momento della manovra per il decollo si mette a bollire. Immaginate i tentativi e la fatica di quei quattro uomini che si mettono a scaricare per alleggerire l’aereo. E’ il 16 febbraio e proprio oggi il comandante compie i 37 anni. E il “Santa Maria”? Bisognerà trasportarlo più a nord , a Dakar e da li volare a Porto Praia dove la temperatura è più bassa. Leggiamo ancora: “Eccoci a Porto Praia ma qui il mare è disgraziatamente sempre agitato, e nelle ore notturne, quando si dovrebbe partire dietro il corso delle stelle indicatrici, la mancanza assoluta di vento impedisce di nuovo il decollo. Neanche a farlo apposta, l’acqua dei radiatori torna a bollire ed i nostri quattro pazienti dagli a pompare su di essi acqua fresca. Si trasporta l’apparecchio in diversi punti, per vedere di azzeccarne uno favorevole, si lasciano a terra tutti gli indumenti personali, parte dei viveri, tutto quello di cui, aiutati dalla Provvidenza divina, si potrà fare a meno, compresa l’ancora che avrebbe dovuto fissare il Santa Maria nel prossimo ammaraggio. Finalmente la terza notte l’idrovolante è in alto, in rotta verso la meta agognata. Ma Degli Innocenti è vinto dall’immane fatica e resta a terra a Porto Praia. Un piroscafo lo porterà in Patria, affranto, spezzato, ma seguito dalla riconoscenza dei tre amici che lo hanno lasciato e che senza di lui avrebbero dovuto, se non interrompere, certo prolungare la maledetta sosta africana”. BIBLIOGRAFIA Francesco De Pinedo “Il mio volo attraverso l’Atlantico e le due Americhe” Descrizione a cura di Costantino Gironi

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