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Pensionata compra francobollo al mercato delle pulci e scopre che vale due milioni e mezzo
Definito il Santo Graal della filatelia, è stato emesso nel 1861 in onore di Benjamin Franklin.
Ad accorgersene il marito
FRANCOFORTE – Una pensionata ha comprato al mercatino delle pulci un francobollo e ha scoperto che è del 1861 e vale due milioni e mezzo. È il sogno di ogni collezionista, acquistare per poco danaro un oggetto in apparenza poco appariscente, per scoprire in seguito che si tratta di un pezzo molto raro.
AUTENTICO AL 99% - È accaduto a Dresda, alla moglie di Reinhold Hoffmann, un pensionato settantenne che campa con 600 euro al mese. La donna ha acquistato per 20 euro un pacco con due chili di vecchie buste affrancate. E quando il marito ha iniziato a ispezionare le buste sul tavolo della cucina, si è accorto dell’acquisto eccezionale. «Mi è mancato il respiro quando ho visto il francobollo», ha narrato il collezionista dilettante al quotidiano popolare Bild, spiegando che il minuscolo francobollo, appena 1,1 per 1,4 centimetri, del valore di un centesimo di dollaro è stato emesso nel 1861 in onore di Benjamin Franklin, uno dei padri degli Stati Uniti d'America. Da quel momento il pensionato ha narrato di aver «cominciato a studiare la letteratura filatelica e a consultare cataloghi», e poi di essersi «rivolto agli esperti». Ed è stato Klaus Finthe, uno dei luminari della filatelia tedesca, a confermare che «il francobollo è autentico al 99%», e che «probabilmente vale anche più del Mauritius blu (uno dei pezzi da collezione più famosi del globo)».
IL SANTO GRAAL DELLA FILATELIA - Secondo alcune fonti di Internet, si tratterebbe del francobollo “Santo Graal”, sul quale è disegnato il profilo di Benjamin Franklin. Il valore del francobollo è dovuto a un piccolo errore di stampa, ma anche al fatto che in circolazione ne esistono solo due altri esemplari, uno custodito nel Museo della Posta di New York ed un altro acquisito nel 2005 dal miliardario californiano Bill Gross. Il pensionato Hoffmann ha intenzione di mettere all’asta il francobollo, ma dovrà attendere che la “Philatelic Foundation” di New York confermi la sua autenticità.
Articolo di Marika De Feo pubblicato sul Corriere della Sera online del 3 Novembre 2012