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benito carobene, un ricordo - di lorenzo carra
Benito gradì molto la presentazione che gli feci in occasione del conferimento del Premio Albino Bazzi per la Filatelia e la Storia Postale.
Ne trascrivo i contenuti informandovi che fu Lui stesso a darmi le notizie necessarie indicandomi anche che cosa aveva piacere si sapesse. Ho conosciuto Benito Carobene tanti anni fa a Milano, non ricordo bene in quale occasione…. fu quando raccontò come era diventato collezionista di francobolli. Il suo racconto mi affascinò anche perché era, in molte cose, simile al mio. Dovete sapere che Benito Carobene ha iniziato a interessarsi di francobolli a Pasqua del 1946, quando aveva nove anni e mezzo (quindi dieci più di me). Suo padre, tenente colonnello di Polizia dell’Africa italiana, vice questore dell'Eritrea, venne fatto prigioniero ad Asmara al momento dell'occupazione inglese. Fu portato in India dove rimase fino a Pasqua del 1946 (ben sei anni!). Anche mio Padre, Ardito, sottotenente dell’80° Fanteria, fu prigioniero in Africa, dagli Americani. In prigionia, il padre di Benito, non sapendo cosa fare e questo era tipico dei prigionieri, costruì con le sue mani una specie di classificatore nel quale inserì alcuni francobolli indiani. Anche mio padre, per combattere l’ozio, oltre a leggere e studiare, si dedicò a piccoli lavori manuali, come costruire un anello, ricavato dall’alluminio di un aereo abbattuto, nel quale inserì la foto di quella che sarebbe diventata sua moglie e mia madre. Vi dicevo del padre di Benito, appena ritornato a casa, diede il raccoglitore con i francobolli indiani raccolti a Benito. Allora, e purtroppo devo dire “allora”, i francobolli erano particolarmente affascinanti per qualsiasi bambino, soprattutto quelli delle colonie inglesi, che venivano da paesi esotici e tanto lontani. Per Benito quei francobolli ebbero anche un significato molto importante. Erano anche la prova che suo padre, nei sei lunghi anni di mancanza da casa, si era ricordato di lui! Ovviamente la conseguenza fu molto semplice: Benito si affezionò immediatamente a quei rettangolini di carta e, da allora, non ha più smesso di farlo. E qui vi devo raccontare una cosa di Benito, che giudico abbastanza curiosa (anche se simile, anche questa!, a quello che feci io). Me la sono fatta spiegare meglio in questi giorni da Carobene, perché, col tempo, ne avevo perso l’esatto significato. Dovete dunque sapere che Benito (mi scuserete se uso un termine così confidenziale), si innamorò talmente dei francobolli che, arrivato il Natale (siamo sempre nel 1946, Benito aveva dieci anni), richiese "ufficialmente" ai suoi genitori che, in qualsiasi occasione, gli regalassero solo dei francobolli. Suo padre, però, essendo un collezionista all'antica, gli disse che "I francobolli non si comprano, ma si scambiano". E, ovviamente, il parere del colonnello, in quella casa, non si poteva discutere. Benito, allora, ebbe prontamente un'idea: si dichiarò d'accordo, non avrebbe chiesto francobolli, ma avrebbe sempre voluto libri di filatelia. E qui torna il parallelo col sottoscritto che, col padre solo tenente e col nonno che non fece nemmeno il soldato, ebbe la fortuna di avere sia i francobolli che i libri, come questo “L’Italia in francobolli”- con in copertina quello di Lorenzo il Magnifico del 1949 col quale iniziai a raccogliere queste belle pubblicazioni della collana “La Sorgente”. La particolarità di Benito, che, direi, è forse unica, è che, mentre, in genere, si inizia come collezionisti e, solo in seguito, anche se in piccolissima percentuale, si diventa studiosi, Benito, invece, seguì (o dovette seguire) la strada opposta: prima fu studioso e solo in seguito, quando potette, finalmente, procurarsi autonomamente qualche francobollo interessante, divenne collezionista. E da allora ne ha fatta di strada! Benito Carobene, in pensione, da giornalista professionista, si è occupato prima di problemi normativi e fiscali e,successivamente, di informatica. Ha lavorato per testate prestigiose come il Corriere della Sera ed Il Sole-24 Ore, molte anche le sue pubblicazioni filateliche, fra queste vanno ricordate le ultime:
- la pubblicazione di tutte le tariffe postali italiane (Annuario AICPM 2004)
- e di quelle dei Paesi italiani (Annuario AICPM 2008);
- lo studio sugli usi singoli dei francobolli della Repubblica italiana (Catalogo Sassone specializzato di Repubblica)
- ed i volumi di storia postale italiana editi dall'Unificato.
Come attività giornalistica, oltre alla redazione della rubrica di filatelia su Il Sole-24 Ore, va ricordato che ha collaborato per molti anni con Il Collezionista di Bolaffi e più di recente con “Qui Filatelia”, trimestrale della Federazione, alla rivista dell'AICPM, a “Cronaca Filatelica” ed a The Postal Gazette. Per la sua intensa attività pubblicistica a favore della Filatelia è stato iscritto all'Albo d'oro della Filatelia italiana della Federazione fra le Società Filateliche Italiane.Un’ultima cosa che vorrei sottolineare è che Benito Carotene è stato uno dei primi a capire l’importanza dello studio delle tariffe postali e, mi pare, sia l'unico che ha pubblicato non solo tutte le tariffe postali italiane, ma anche quelle dei paesi italiani.
Nell’immagine qui sopra, Benito Carobene al centro, ascolta la presentazione di Lorenzo Carra durante la cerimonia di consegna del premio Albino Bazzi a Mantova il 12 Dicembre 2009. Nella foto in alto, Benito Carobene riceve il premio dalle mani dell’Assessore alla Cultura del Comune di Mantova, alla sinistra il Dr. Carlo Negri Presidente del CIFINUMA.