Una lettera al mese: tra Francia,Toscana e Piemonte, alla ricerca del professore
NOTIZIE STORICHE Questa lettera fu spedita da Parigi al famoso fisico Ottaviano Fabrizio Mossotti (sull’intestazione c’è “Mosotti”), professore all’Università di Pisa. Egli fu un importante matematico e fisico; salì alla ribalta delle cronache nel 1848 quando fu a Curtatone e Montanara come comandante del battaglione universitario pisano. IL TORMENTATO PERCORSO Dedicandoci al viaggio della lettera, essa partì dalla capitale francese il 31 agosto 1856, diretta al Granducato di Toscana “per la via della Sardegna” e giunse in quattro giorni a Pisa (bollo di arrivo in rosso PISA 4 sett. 56). Essendo il professore assente, fu segnata la nuova destinazione: NOVARA, città dove il Mossotti era nato e dove spesso ritornava. Indi venne manoscritto in alto a sx il “Diritto toscano centesimi 63”, pari al 70% della quota di 9 decime (90 centesimi) a carico del destinatario. La lettera tornò indietro per la VIA DI SARZANA, sino a Genova e poi, con l’AMBULANTE GENOVA-TORINO (bollo del 7 sett. 56), fu trasportata a Novara via Alessandria (bollatura di arrivo NOVARA 7 sett. 56 – ore 12 Mattino). Ma il professore non si trovava nemmeno in quella città. L’ufficiale postale cancellò pertanto l’indicazione Novara, applicò al verso il bollo RETRODATO (considerato “il proseguimento dei bolli Déboursé introdotti dai francesi durante il periodo dipartimentale” - P.Vollmeier) e segnò la nuova destinazione: TORINO. Con il bollo NOVARA 7 sett. 56 – ore 9 S(era), la lettera riprese il viaggio per il capoluogo piemontese, ove giunse il giorno 8 alle 10 antemeridiane, come dimostra il bollo rettangolare impresso in arrivo. Qui fu segnato il nuovo indirizzo: Casa Molinel – alla Dora “grossa”. In otto giorni questa lettera, alla ricerca del suo destinatario, aveva percorso circa 1600 chilometri, attraversato tre stati ed era passata per cinque uffici postali. Quanto impiegherebbe oggi, 156 anni dopo, per il medesimo tragitto? Descrizione a cura di Luca Landenna