una lettera al mese: LETTERA AL FELDMARESCIALLO RADETZKY - GOVERNATORE DEL REGNO LOMBARDO VENETO
IL RISORGIMENTO ITALIANO ED I MOTI DEL 1848 NOTIZIE STORICO POSTALI La reazione austriaca, dopo il fallimento dell’insurrezione del 1848 da parte di Milano e delle città lombarde, che in rivolta contro il governo austriaco, avevano aderito al Governo Provvisorio, colpì non solo i responsabili, ma anche chi aveva collaborato con gli insorti. La polizia, iniziò, su ordine di Vienna, una vasta e ampia opera di persecuzione e di repressione con esili, carceri e sorveglianze speciali. Era la logica conclusione, coordinata anche contro il clero cremonese, che aveva partecipato o collaborato alla insurrezione per amore della libertà. Diversi furono i sacerdoti cremonesi maggiormente implicati nelle repressioni austriache del 1848-49. DESCRIZIONE DELLA LETTERA Lettera inviata da Cremona il 10 dicembre 1850 a Verona da un sacerdote cremonese al Feldmaresciallo Conte Radetzky – Governatore del Regno Lombardo Veneto. Il sacerdote, su suggerimento e proposta del Vescovo di Cremona e del Commissario Ziler, al fine di evitare maggiore oppressione, si rassegna ad andare in esilio e chiede di poter riavere i suoi passaporti per andare a Ginevra. E’ disposto, per vivere, a soffrire miserie, fare il facchino o il lavapiatti. L’importante è riavere i suoi passaporti, per andare in esilio in modo legittimo. Al verso della lettera sono indicate le istruzioni per la risposta. La pratica dal Comando Militare, su disposizione del generale di corpo d’armata Ludwig von Benedek, viene trasmessa il 18 dicembre 1850 con parere favorevole alla Sezione Civile, affinché venga eseguita la richiesta. Descrizione a cura di Giorgio Zaini