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DAL VENETO APPENA DIVENUTO ITALIANO ALLA RUSSIA .

Iniziamo da questo mese a presentare documenti postali particolarmente significativi sotto il profilo Storico Postale e non necessariamente quello economico, come anticipato dal Presidente Angelo Simontacchi con la sua lettera ai soci. Queste lettere entreranno, una dopo l'altra a far parte di una ideale galleria museale presentata sul sito, ovvero un sorta di ARCHIVIO STORICO POSTALE DELL'AISP PN_x_Russia_antePN_x_Russia_retro DESCRIZIONE Piccola lettera inviata da Pordenone il 27 settembre 1866 e diretta a Hoscha in Russia. Affrancata con una striscia di tre del 20 su 15 centesimi “ferro di cavallo” del 1° tipo ed un 10 centesimi De la Rue a formare la tariffa di 70 centesimi in vigore dal 15 maggio 1862 col ripristino della vecchia convenzione del 1854 tra l’Austria ed il Regno di Sardegna. CENNI STORICO-POSTALI Nel 1866, era in corso la Terza Guerra d'Indipendenza Italiana; dopo la battaglia di Custoza, c'era stata l'avanzata dell'esercito Italiano avanzava nel Veneto allora austriaco, Pordenone era stata liberata il 19 luglio e dal 12 agosto era in vigore l’armistizio di Cormons. Il trattato di Pace tra Austria ed Italia verrà firmato a Vienna solo il 3 ottobre 1866. Man mano che l’Esercito Italiano avanzava nel Veneto allora Austriaco, negli uffici postali cessava l’uso dei francobolli austriaci in soldi e venivano introdotti quelli italiani in centesimi con l’effige di Vittorio Emanuele II. Molto più tempo richiese la sostituzione dei timbri annullatori austriaci, alcuni furono usati fino al 1879. Quello a stampatello diritto di Pordenone che figura sulla lettera fu uno dei primi ad essere cambiato: già nel gennaio 1867 iniziò l’uso di quello sardo-italiano a due cerchi. Durante la guerra e per tutto il mese di agosto 1866 le comunicazioni postali con l’Austria rimasero interrotte e le lettere destinate ai territori austriaci dovettero transitare attraverso la via di Svizzera. Ai primi di settembre furono ripristinati gli scambi postali, prima tramite l’ambulante ferroviario  Milano – Desenzano – Peschiera – Verona, poi  gradualmente, anche con l’Austria vera e propria. LA VIA SEGUITA Chi scrisse con grafia sicura, questa lettera doveva essere ben informato ed al corrente della situazione e, appena ebbe avviso che le comunicazioni erano riaperte e sicure, spedì la lettera dando anche precise indicazioni per l’inoltro della stessa: era per “Monsieur le Prince Eustache C….” e, in parte ricoperto dai francobolli, scrisse “Russie par l’Autriche”. E' anche precisata la strada da percorrere: “par Brody – Ostroh à Hoscha en Vohlynie”. In italiano, “en Vohlynie" si traduce in ” in Volinia”, che è oggi la regione più a nord ovest dell’attuale Ucraina. Appartenuta fino al 1795 alla grande Polonia, venne assegnata alla Russia e rimase all’Impero Russo, poi all’Unione Sovietica, fino alla fine del secolo scorso. La lettera spedita da Pordenone transitò il 28 settembre ad Udine , come da bollo ovale al retro e successivamente in Austria. Probabilmente transitò da Vienna per essere “osservata e controllata” come le altre corrispondenze dall’Italia e specialmente quelle dal Veneto appena occupato. La missiva riprese la strada dell’est, essendo destinata ad una località che si può collocare su un’immaginaria via di comunicazione che da Kracov per Przemysl e L’viv arriva fino a Kiev, possiamo presupporre che seguyì questo tragitto. Al retro la busta, presenta  un confuso bollo senza data di Brody, il, posto di scambio austriaco con la Russia, dove venne forse impresso il bollo “FRANCO” ad indicare che il porto della lettera era  pagato fino a destinazione.(la normale tariffa di una lettera dall’Italia alla Russia per via di Austria era di 100 centesimi, ridotta a  70 se passante per particolari luoghi russi di confine, come quello vicino a Brody (*). La lettera passò icon probabilità da Radziwilow, villaggio russo di confine, dove veniva raccolta la posta in provenienza dall’Austria. Non deve stupire la data del 22 settembre di quest’ultimo bollo in quanto il calendario giuliano adottato in Russia, comporta una differenza (attuale) di 12 giorni rispetto al calendario gregoriano. Da Radziwilow la lettera fu immessa nel sistema postale russo e, forse passando per l’indicata Ostroh, arrivò nel piccolo paese di Hoscha (che dista circa 150 km da Brody). Oggi, al viaggiatore che volesse recarsi ad Hoscha, il navigatore satellitare suggerirebbe da Brody di prendere la strada per Dubno (a sud di Luc’k, la città più importante della Volinia) e da lì arrivare a Rivna. Hoscha si trova ad una trentina di km ad est. BIBLIOGRAFIA (*) Zanaria-Serra, Le tariffe postali italiane dal 1872 al 1878, pag.88, La storia postale d’Italia, Modena, 1985).

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